Il Concerto della Rondine

LENTIUS PROFUNDIUS SUAVIUS

Il concerto della Rondine del primo agosto di quest’anno che, dalle 20.30, si svolgerà nel Viale dei Giusti di Serra Petrullo, contrada di Ruvo di Puglia, si porrà nel segno del motto di Alexander Langer LENTIUS PROFUNDIUS SUAVIUS. E lo si potrà immaginare come un lento movimento dell’acqua che, di quel motto, sarà espressione e suggestiva metafora.
Ma sarà un movimento controcorrente perché, se la nostra società ha fatto proprio, in maniera esclusiva e totalizzante, il motto del barone di de Coubertin, preso dall’Antichità, e riattivato per i moderni giochi olimpici, Citius (Più Veloce), Altius (Più in Alto), Fortius (Più Possente), noi, con Alexander Langer, sul crinale di un mondo, rispondendo a una domanda di cambiamento di civiltà, vogliamo guardare a quell’acqua che si muove più Lentamente, è più Profonda, sarà più Dolce e Soave.
Come affermava quell’inascoltato e scomodo profeta della rappacificazione con la natura e col creato,”saltatore di muri” e “costruttore di ponti”, mai così (in)attuale nelle sue parole e nel suo impegno, “non si vince, con questo nuovo sguardo e paradigma, nessuna battaglia frontale ma forse si ha un fiato più lungo”.
E allora, in un’ epoca in cui l’acqua si è fatta segno drammatico della nostra totale insipienza, del frettoloso non senso e di violenta nostra prepotenza, a quell’acqua che scorre, invece, più lenta e che, nella sua profondità, si fa soave, si pone come nostro nuovo patto e arcobaleno, vogliamo guardare. E il quartetto d’archi “Gershwin” con Fabrizio Signorile e Alessandro Fiore ai violini, Francesco Capuano alla viola, Elia Ranieri al violoncello, Ester Facchini voce soprano, di quelle suggestioni si faranno interpreti ed espressione.
Nel paesaggio in ombra del Viale dei Giusti, nella prospettiva silenziosa di un “Angelus Novus” di pietre che ci apre alla profondità dei suoi paesaggi, nelle partiture barocche e classiche di Vivaldi e Bach, Haendel e Mozart, si scoprirà quell’ ideale movimento dell’acqua. Risuonerà, nel paesaggio premurgiano, quel LENTIUS PROFUNDIUS SUAVIUS.

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