Su lembi e margini

Dal 1°agosto 2019, nel giorno del concerto della ”Rondine”, la Fondazione ”Angelo Cesareo” va online.

Non abbandonerà quei tratti per cui si è costituita qualche anno fa. Non abbandonerà quella cifra del silenzio che, come dimensione di possibili esperienze liminari e di sconfinamenti, proverà a declinare come un lasciar parlare, un lasciar apparire gli sguardi e i volti delle ”cose” e degli individui in quanto tali. Un lasciar essere i luoghi e i fenomeni, i soggetti, fuori dai loro ordinari ”nascondimenti”. Sguardi ”fotografici” che potrebbero cogliere, nell’apparire della luce, le ombre e il silenzio del non-detto. Potrebbero intuire la stranezza straniante, spiazzante e ”inquietante”, nelle indistinte, occultanti  normalità della quotidianità (”La Sentinella”).

Non abbandonerà il progetto dell’ ”Alma Musae”che si farà grammatica e tessitura del nostro sito e, in sue alcune sezioni, cercherà di esprimersi, più compiutamente, nella messa a fuoco di temi, personaggi, testi, frammenti, figure e racconti archetipici, da cui partire per un aperto gioco di labirinti e di rimandi, di ramificazioni con altri linguaggi e arti. I linguaggi dell’anima, le sue espressioni li vivremo, insomma, come aperta sfida verso intrecci e prismatiche tessiture, oltre ogni chiuso e asfittico sapere. Li esprimeremo facendoli interagire, nei loro chiaroscuri, con i paesaggi della natura, proveremo a interpretarli come altrettanti  paesaggi. Senza preconcetti o distinzioni categoriali che non siano quelli del nostro sguardo.

Non trascurerà, la ”Fondazione”, la cifra dell’esodo da intendersi come nostro possibile cammino per ritrovare il nostro ”altro”, il nostro ”oscuro”, il nostro ”non-centrato”, per provare a porsi, contestualmente, con una immagine, una poesia, un testo, una musica, un frammento, soprattutto dal punto di vista dei ”marginali”, delle ”periferie” del nostro mondo, degli ”scarti” dei luoghi e delle ”cose”, dei soggetti sociali, delle dimensioni dell’anima. Perché, oggi, forse, è interrogandoci su quegli ”scarti” e ”rifiuti”, su quei ”margini” e ”periferici”, è decentrandoci, sbilanciandoci, che potremmo interrogarci e ritrovare il nostro ”sommerso”per altre possibili, ardue ”conversioni” di sguardi. Siamo a un drammatico crinale della storia.

Ma perché questo sia possibile, è necessario, prima di tutto, che anche il nostro linguaggio provi ad uscire dalle secche dello stantio e del triviale, del banale e del già-detto e conosciuto, per reinventarsi e rigenerarsi, costruendosi come gioco di immagini e rete di labirinti segnici, scavo culturale-esistenziale e olistico allo stesso tempo. Come un linguaggio che, come il vero pensiero, il soggetto sa, ogni volta, rischiando se stesso, rischiare.E’ necessario aprirsi al contributo artistico e poetico di nuove energie umane e sociali che sappiano guardare ”oltre”, farsi, con differenti modulazioni, anticipatori di tempi. ”Segni” di altro e nuovo tempo. Sappiano, osando, essere, oggi, profondamente inattuali, anche nella solitudine dei tempi e delle loro esistenze.

Ciò che legherà le diverse sezioni del nostro sito sarà, allora, l’aperta ricerca di ciò che sconfina, oscillante tra il vuoto e il pieno, deborda tra le ombre e la luce, ”fin dove arriva il mattino”, inizia a ”cadere il giorno”… Sarà quello di porsi sempre tra le pieghe e i margini dei saperi, in un gioco di assonanze tra i vari linguaggi e arti (”Alma Musae”), per provare a cercare nuove tessiture, nuovi significati in quelle zone di penombra che parlano di prime luci dell’aurora, di incipiente tramonto…Sarà quello di collocarsi nei margini di tante umili creazioni che, contro forme, sempre più subdole,di dissipazione di energie e materia, distruzione di uomini e ambienti,sappiano farsi ricerca, principio di nuove rigenerazioni (”Alma Mater”). Sarà quella di essere in cammino su quei lembi che sono lembi di ferite non occultabili, soggetti, invece, focali di narrazioni, ”fin dove arriva la sera”…

Su questo la Fondazione ”Angelo Cesareo’, anche col suo sito, sarà sempre schierata. Farà anche le sue difficili scelte.